Quando l'ispirazione arrivera', mi trovera' dipigendo

Pablo Picasso

I nuovi orizzonti della psicologia moderna: la psicologia quantistica

La Psicologia Quantistica è un approccio multidisciplinare che abbraccia differenti modelli scientifici e conoscenze umanistiche tra cui la psicologia, la biologia, le neuroscienze, la fisica quantistica e la filosofia.

La Psicologia Quantistica nasce come riflesso alla mancanza di risposte esaustive da parte delle metodologie e dei modelli psicologici classici più diffusi. L’approccio si basa, in realtà, sui modelli teorici relativi al funzionamento dei processi mentali, sia consci che inconsci sia bio-neurologici. Oggi non esistono “Teorie del Tutto” o “Modelli scientifici” in grado di spiegare l’intero e i fenomeni conosciuti della mente umana. Ciò implica la necessità del ricorso a nuovi paradigmi scientifici. Il nuovo paradigma della Psicologia Quantistica emerge per offrire risposte più soddisfacenti, soprattutto in direzione dell’integrazione delle maggiori conoscenze scientifiche. Il metodo scientifico sperimentale sorge dalla crisi del metodo osservativo e della pura fede, integrando, nella sua evoluzione, conoscenze e approcci differenti. Come nel moderno approccio (orientamento, procedimento) scientifico il modello teorico di un’ipotesi scientifica spesso non può inizialmente essere “sperimentato e misurato” con le attuali metodologie e tecnologie, pertanto è la matematica che diventa l’elemento d’elezione dei modelli di ricerca d’avanguardia. La Psicologia Quantistica nasce nelle menti di scienziati visionari; tutto parte dai primi anni del secolo scorso con le geniali intuizioni che cominciano ad inserire la parola “coscienza” e “spirito” nel loro ragionamento fisico-matematico:

Max Plank (La coscienza è fondamentale, la materia è un derivato della coscienza.),

Erwin Schrodinger (La coscienza è il teatro su cui si rappresenta tutto quanto avviene nell’universo, il recipiente che contiene tutto, assolutamente tutto, e al di fuori del quale non esiste nulla.), 

Werner Heisenberg (La normale separazione tra soggetto ed oggetto, tra mondo interno ed esterno, tra corpo ed anima, non è più adeguata.), 

Nils Bohr (L’atomo è un fantasma: si materializza solo quando lo si cerca. E siamo noi a stabilire cosa cercare.),

David Bohm (Ogni azione parte da un’intenzione nell’Ordine Implicito. L’immaginazione è già la creazione della forma; la capacità della forma di essere attiva è la caratteristica che più si confà alla mente e abbiamo qualcosa di simile alla mente già con l’elettrone.).

La comprensione dell’essere umano è il più affascinante e complesso obiettivo che l’uomo possa raggiungere. Se l’obiettivo è definito e i risultati sono incoraggianti, siamo certi di essere più complessi di quanto ci aspettavamo. Non siamo solo sofisticate macchine biologiche che si adattano e rispondono all’ambiente più o meno efficacemente, avendo come finalità la sopravvivenza individuale e di specie. Grazie alla nostra attività mentale stiamo comprendendo sia il mondo esterno a noi, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, sia il mondo interiore che sembra appartenerci in maniera unica e specifica. A ben vedere stiamo “interpretando” la realtà con definizioni quali “esterno” ed “interno”. Basta poco per accorgersi che tale interpretazione è fortemente scorretta e impedisce una lettura più omnicomprensiva del fenomeno “uomo” ed “ambiente”. Con l’attività mentale cogliamo la realtà come se fosse separata da noi stessi, quasi come se fossimo spettatori di un teatro dove le scene si svolgono indipendenti da noi. Tale paradigma di pensiero è oggi incapace di spiegare la complessità della realtà a cui siamo appena affiorati. Oggi risulta evidente come noi possiamo vedere solo quello che i filtri del nostro cervello lasciano passare. Il cervello ed in particolare l’emisfero sinistro logico, matematico, linguistico, razionale ed elaboratore di un Sé definito e separato, rappresentano una limitazione alla conoscenza integrata del tutto e alle esperienze superiori e maggiormente omnicomprensive.

Il dogma del modello scientifico è basato sugli “esperimenti”. Raccogliere i dati in modo preciso, imparziale ed obiettivo è la metodologia della scienza moderna. Tale modello o per mancanze tecnologiche o per attuale e limitata consapevolezza scientifica, non spiega sufficientemente la realtà del fenomeno “mente”. L’ “esperimento” prevede la condizione di massimo isolamento dalle variabili esterne o indipendenti, per avere il controllo sia dell’esperimento che dei risultati. Come possiamo isolare un esperimento dallo sperimentatore, dalla sua attività cognitiva, dalla sua coscienza? “La mente che indaga la mente” … in un tale sistema si può isolare una parte dall’altra? 

Siamo materia ed energia in un unicum inscindibile cosciente dell’ambiente ed auto-cosciente. Prendendo spunto dalla Fisica Quantistica siamo ormai consapevoli che non esiste una realtà prima della sua osservazione o in qualche modo che non sia profondamente interconnessa con l’Osservatore, ossia con chi vive l’esperienza di quel momento. Nel rinnovato paradigma di riferimento, l’interpretazione della mente e delle attività cognitive riflettono un ruolo attivo e non passivo rispetto alle esperienze e all’ambiente. La teoria quantistica eleva le nostre esperienze coscienti dal ruolo di testimoni passivi a quello di partecipanti attivi nella creazione del nostro futuro fisico comune. La mente nel significato più ampio non coglie una realtà esterna o interna già esistente e creata ma la crea essa stessa. In tale visione la nostra attività mentale non solo non è indipendente dalla realtà circostante ma addirittura la determina.

Superando la logica determinista e binaria di “causa ed effetto”, di “prima e dopo”, entriamo nella realtà di “tutto è uno”, di un tempo dove esiste solo il “presente” con i concetti di tempo parallelo o di “istantanee di realtà”. Enstein (Lo spazio ed il tempo non sono dimensioni in cui viviamo, sono modi in cui pensiamo.) ha rimosso la demarcazione tra spazio e tempo, anche se le nostre menti tracciano ancora una linea di separazione sulla conoscenza della realtà. L’attività mentale usa le coordinate dello spazio e del tempo per dimensionalizzare i pensieri, ossia per poter pensare abbiamo bisogno di una struttura (spazio-tempo) dove poggiare la struttura del flusso di pensieri, per evitare il caos (disordine).

Causa effetto, prima dopo, c’è una causa per ogni effetto o l’effetto può avere differenti cause? La causa precede l’effetto o l’effetto precede la causa? L’effetto può esistere senza causa ossia può essere a-causale? Oppure scomparendo il dualismo non scriveremmo più spazio e tempo ma spaziotempo, causa e effetto ma causaeffetto. Come domanda e risposta. Se la risposta è nella domanda allora diremmo domandarisposta senza nesso di causalità. Mente e corpo o mentecorpo? Vita e morte o vitamorte? Immaginazione e realtà o immaginazionerealtà? Energia e materia o energiamateria? Prima l’uovo e poi la gallina? La creazione e l’esperienza possono essere vissute in termini di vissuti in tempi di percezione differenti? La materia precede il pensiero o viceversa o contemporaneamente? Se la materia è un effetto grossolano del pensiero il creatore è il pensiero e la materia è uno strumento per le esperienze sensoriali corporee. Il modello diventa realtà o dalla realtà traiamo il modello? È ovvio che il modello plasma la realtà elettromagnetica in tutte le sue derivazioni energetiche tali da poterle percepire e manipolare con il corpomente. Il pensiero può essere paragonato ad uno stampo elettromagnetico così come uno stampo per biscotti da forma alla materia informe, il pensiero organizza l’energia potenziale. In questo gioco continuo di creazione ed esperienza di osservatore ed osservato possiamo perderci ed identificarci della creazione dimenticando che siamo stati noi i creatori. Se causa ed effetto esistono allora esiste il passato ed il futuro soltanto. Se causa ed effetto non esistono non esiste il passato e non esiste il futuro. Allora esiste solo il presente, aperto, potenziale, infinito, tutto senza niente ed aspetta di essere conformato.

Il nuovo paradigma scientifico non ci considera “isolati” dalla nostra esperienza e dal mondo esterno siamo dunque “correlati” ad esso. Siamo intimamente, inscindibilmente “legati con…” ossia correlati con ciò di cui facciamo esperienza. Questo ci porta inevitabilmente ad essere i creatori e gli sperimentatori della nostra realtà. Siamo responsabili di tutto quello di cui facciamo esperienza, possiamo influenzare la realtà in relazione alla nostra osservazione e all’attività mentale. Cogliere le correlazioni tra mondo interno ed esterno ci permette di comprendere una nuova visione dell’essere umano, non più determinato dall’ambiente e da processi casuali ma soggetto e oggetto delle sue stesse creazioni. In tale cornice, il valore del concetto di tempo, viene ridisegnato in termini più scientifici più che percettivi-cognitivi. Un alto valore viene dato, in termini di potenzialità, alla scelta delle possibilità e dei cambiamenti che desideriamo nel futuro, che per essere sperimentati hanno bisogno di essere osservati secondo i principi della Fisica Quantistica.

Per meglio comprendere l’interferenza dei circuiti emozionali e di sopravvivenza dei circuiti cognitvi e percettivi e molto altro ancora possiamo rifarci alle neuroscienze. Tali discipline ci hanno fornito risposte importanti per la comprensione dei meccanismi funzionali e dei percorsi del cervello in azione. Grazie a queste scoperte sul funzionamento cerebrale è stato possibile mettere in discussione il baluardo del libero arbitrio con gli esperimenti di Libet e Kornhuber. Altra scoperta tutta italiana, del Rizzolati riguardante i neuroni-specchio, riveste un’importanza fondamentale nei processi evolutivi e di apprendimento. Il cervello e il suo funzionamento rimangono il più affascinante oggetto di studio; direi quasi che il bello deve ancora venire! Le neuroscienze sostengono che noi possiamo modellare e plasmare la struttura neurologica del nostro cervello, quindi noi stessi. È possibile operare tale cambiamento attraverso la “semplice focalizzazione” della nostra mente, ossia l’attenzione ripetuta di singoli pensieri. Semplicemente pensando i nostri pensieri diventano “cose” ossia materia misurabile.

La cibernetica è stata fondamentale per la comprensione dei sistemi di feedback e autoregolazione del corpo umano e in generale di tutta la realtà. Essa costituisce un modello d’interpretazione della realtà non scollegato dal tutto, dove tutto è interconnesso in tutti i livelli, dai più piccoli ai più grandi. Grazie a questi scienziati è stato possibile teorizzare il modello di funzionamento delle reti neurali.

Le finalità della psicologia quantistica non si discostano dalle finalità della psicologia classica. La quale è parimenti orientata al miglioramento della salute, alla risoluzione dei sintomi degli stati nevrotici, al benessere psicofisico della persona e delle proprie relazioni interpersonali, nonché a comprendere e utilizzare l’immenso potere potenziale della nostra mente e della nostra esistenza.

La Psicologia Quantistica rispetto a quella tradizionale integra, in maniera più completa, i differenti livelli con cui si può semplificare l’essere umano, partendo dall’aspetto biologico, passando da quello emotivo e mentale, fino ad arrivare a quello della coscienza/spirito. Stabilisce una relazione di più ampia responsabilità circa tutto ciò che ci riguarda sia in termini di sintomi che di successo-insuccesso e ridefinisce la nostra posizione nell’essere al mondo come assolutamente partecipativa e non più passiva.
L’attività mentale è il “processo creativo” attraverso il quale creiamo la realtà sia interna che esterna a noi. Allontanandoci dal vecchio paradigma determinista, che considera il soggetto di un evento separato dall’evento stesso, la Psicologia Quantistica sostiene che non esiste una realtà indipendente dall’osservatore, una realtà già creata. Stabilisce che il soggetto e l’evento sono un tutt’uno inscindibile, così come non è possibile separare il parlante dal parlato, il ballerino dal ballo, il soggetto dall’oggetto, l’osservatore dall’osservato, la materia dallo spirito. La realtà viene considerata ancora da creare e non già creata. L’universo è in uno stato di creazione continua, anche in questo momento si sta creando e questo ci porta a dire che noi non siamo semplici creature ma veri e propri creatori della nostra realtà.

Sintetizzando la Psicologia Quantistica quindi:

  1. armonizza la relazione esistente tra il nostro mondo interno e quello esterno.
  2. Enfatizza i nostri processi mentali e la loro interconnessione con la realtà percepita e sperimentata.
  3. Offre una più completa comprensione dell’essere umano nella sua completezza (4 livelli, fisico, psichico, emotivo e spirituale), una visione unitaria della realtà dove i confini tra mondo interno e esterno sono sfumati ed inesistenti e sicuramente non corporei.
  4. In ordine alla “responsabilità” nei processi creativi, introduce una nuova visione dell’individuo come essere creativo della propria realtà e non vittima degli eventi, creatore e non creatura.

  5. Rappresenta un ridimensionamento del modello meccanicista-determinista, che fino ad oggi ha cercato di prevalere nell’interpretazione dell’essere umano e dei fenomeni ad esso associati, e l’affermazione del modello olistico dell’unità non solo tra mente-corpo ma anche tra mondo interno-esterno.

I processi psicologici sono stati divisi tra consci e inconsci. Una sostanziale vicinanza si rileva tra il mondo quantistico e quello dell’inconscio, per esempio possiamo confrontare alcune caratteristiche dei processi inconsci con alcune caratteristiche dei processi quantistici:

       Alcune caratteristiche dei processi inconsci

Alcune caratteristiche dei processi quantistici

·    Avviene sempre un trasferimento di energia da un’idea ad un altra

  • Avviene sempre un trasferimento di energia tra un fotone e un altro

·    La successione del tempo non ha significato: passato e futuro si         sovrappongono

  • Non esiste una descrizione del tempo in cui sia possibile distinguere il prima e il dopo

·    Non esistono incoerenze non-sense

  • La realtà non è influenzata dalla negazione

Illuminante è il principio di Werner Heisenberg, secondo cui non si può osservare qualcosa senza modificarlo e il nostro pensare è un atto di osservazione. Per quel che riguarda le teorie sulle intuizioni e/o telepatia è fatto riferimento al principio di “non-località”, chiamato anche “effetto a distanza”. Sostanzialmente i teorici della fisica quantistica sostengono che gli eventi quantici permangono in forma di possibilità fino al momento in cui una coscienza non li osserva e li attualizza. Il mondo è solo apparentemente continuo, newtoniano e materiale, in realtà esso è discontinuo, quantico e cosciente e l’esatta natura della realtà dipende dalla partecipazione di un osservatore consapevole.

Questo nuovo paradigma psicologico è una rappresentazione più completa della realtà e per diversi aspetti, vicino ai paradigmi culturali orientali. E’ la vita stessa che ci “insegna” ad utilizzarlo, quindi niente di più semplice che lasciarlo fluire nel quotidiano.  Lo psicologo, l’operatore sociale, l’educatore professionale, il formatore qualificato nel mondo economico, la madre e il padre di famiglia sono figure che possono fare proprio e veicolare il messaggio in modo da renderlo fruibile a tutti indistintamente.

Conoscere il modello di realtà quantistico è un bene comune e prezioso da estendere all’intera umanità e non un esclusivo vantaggio di pochi.